Verso Samhain - parte II
- Vivian Redleaf
- 24 ott 2023
- Tempo di lettura: 2 min

Samhain (pr. Sauin) per i Celti di Irlanda e Gran Bretagna, Samonios per i celti gallici e insubri: due nomi per una stessa festività che possono essere tradotti con “fine dell’estate” ma anche “riunione”.
La visione della morte era mutuata da quella del mondo vegetale nel periodo autunnale, quando la Natura in superficie si riposa e non produce più frutti ma sottoterra comincia il suo rinnovamento.
Con l’inizio del semestre oscuro, attività del villaggio si spostavano all’interno della casa, con la realizzazione di utensili, cesti, abiti e conserve.
Era anche tempo di riposo, di raccoglimento, di riflessione e occasione per trovarsi tutti davanti un focolare a raccontarsi storie e leggende, pregare le divinità e onorare gli antenati.
Era considerato un tempo sospeso, in cui l’energia della Terra si fermava prima di cambiare direzione: non più estate, non ancora inverno, soglia fra il semestre luminoso e quello oscuro.
Le energie sottili scaturite da questo attimo atemporale erano così potenti da poter dissolvere quasi del tutto ciò che separava il mondo terreno da quello ultraterreno, consentendo agli spiriti di tornare fra i vivi.
Per i Druidi, il contatto con l’aldilà era propizio per le divinazioni. Interrogavano gli oracoli per prevedere il tempo e raccolto dell’anno successivo ma anche i matrimoni.
Ma Samhain non aveva esclusivamente una valenza liturgica: era il “capodanno celtico” che segnava la fine delle attività agricole e l’inizio dell’inverno.
Nei tre giorni di festività, si organizzavano fiere, incontri, scambi, fra famiglie e clan e occasioni per festeggiare per festeggiare prima che l’inverno obbligasse tutti dentro casa.
Venivano preparate abbondanti libagioni, sia per i vivi che per i defunti, bevande consacrate, si facevano balli e si indossavano maschere paurose che servivano a scacciare gli spiriti maligni affinché non venissero a perseguitare le persone nella stagione oscura.
Il cibo simbolicamente offerto agli spiriti veniva poi donato ai poveri, che la mattina del primo di novembre bussavano alle porte per chiedere qualcosa da mangiare in cambio di di intercessioni presso le divinità dell’aldilà.
Tutto ciò, non vi ricorda qualcosa?






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