Verso Samhain - parte I
- Vivian Redleaf
- 24 ott 2023
- Tempo di lettura: 2 min

Nel 1897, a Coligny, nel sud della Francia, vennero ritrovati i pezzi di quello che fu identificato come un antico calendario rituale in lingua gallica, risalente al II secolo d.C., che seguiva la stessa datazione utilizzata dai Celti alcuni secoli prima per calcolare i cicli stagionali.
Il calendario è strutturato secondo i cicli lunari, ma quello che a noi interessa è un frammento in particolare, dove, nel mese di Samonios (corrispondete a novembre) è presente la dicitura Trinuxsamo, che sta per Trinuxtion Samoni Sindivos, “le tre notti di Samonios cominciano ora”.
Samonios/Samhain era per i Celti la festa più importante, il loro capodanno: celebrava il momento liminare tra la fine dell’estate e l’inizio dell’inverno, tra la luce e il buio, che sarebbe terminato il 30 di aprile con Beltane.
Bisogna ricordare che il cristianesimo, fino almeno all’epoca tardo medievale, era tutt’altro che radicalizzato: era la religione dei ceti medio-alti, mentre la tradizione pagana sopravviveva senza cedimenti in quelli popolari e soprattutto nelle aree rurali.
L’autunno era associato alla morte come momento necessario alla rinascita; era il tempo di onorare gli eroi e gli antenati e commemorare e i propri cari defunti con cerimonie, banchetti, offerte di cibo e messaggi che i Druidi affidavano al fuoco e interpretavano con gli oracoli.
L’espansione del Celti in buona parte d’Europa, compresa l’Italia, fece sì che questa festività trovasse radici un po’ ovunque ma, in generale, l’usanza di commemorare i morti è presente in quasi tutte le civiltà, magari in periodi e con modalità differenti, ma il significato non cambia.
A Roma, ad esempio, il 24 di agosto, il 5 di ottobre e l’8 di novembre si celebrava il Mundus Cereri: in quell’occasione, all’interno del Foro, veniva rimosso l’enorme lastrone di marmo che separava il mondo dei vivi da quello dei morti, permettendo ai defunti di tornare sulla terra. Come i Celti, anche i Romani erano convinti che i vivi avessero bisogno di una connessione con l’aldilà per seguire il ciclo vitale e ottenere la protezione degli antenati.
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